Il mare è una tavola, la pagaia s'immerge quasi silenziosa nell'acqua, il kayak scorre come su una distesa d'olio. Dopo 30 minuti sono all'imbocco della baia, qui il mare diventa poco profondo e si vedono pesci di ogni forma, lo spettacolo è stupendo, pare di stare in un acquario.
Volgendo lo sguardo più in là in mare aperto, mi accorgo che là fuori la musica cambia: il mare non è per niente calmo, l'isola più grande, che quasi chiude tutta la baia, protegge parecchio dal moto ondoso. Infatti appena uscito fuori le onde si infrangono con vigore sulla prua del kayak e sugli scogli creando quei tipici spruzzi in aria accompagnati dal fragore tipico dell'onda che s'infrange.
La mia imbarcazione non è adatta ad affrontare un mare del genere: rinuncio ad
entrare nella piccola baia di Voidokilia e torno indietro.
Appena rientrato nella baia di Gialova, mi sembra di essere tornato in un paradiso: un branco di pesci lunghi una ventina di centimetri circondano il kayak girandoci intorno (foto a sinistra), sembrano più curiosi di me, oppure mi vogliono far capire che quello è il loro ambiente ed io sono solo un intruso.
Approdo su una spiaggia dell'isola più grande: Sfaktiria.
Finisco il giro dirigendomi verso il piccolo isolotto posto al centro.
Nella breve escursione sulla piccolissima isola trovo un ceppo commemorativo.
Poi risalgo sul kayak ormeggiato nella piccola banchina e torno al campeggio.