Arcipelago        Italia centrale Umbria                                   
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Parcheggio in camper:
In Piazza S.Stefano; o Piazza Consolazione.
 
La sua storia
Posta su un colle  al centro di un suggestivo scenario collinare, la città ha origini antichissime  già nel V-VI sec. a.C. Tudere (o Tudete), che vuol dire confine, era fiorente centro degli Umbri, posto al confine tra il territorio etrusco e quello umbro. Conquistata da Roma, verso il IV sec. a.C., la città fu ingrandita con la costruzione del teatro, anfiteatro, numerosi templi dedicati alle divinità pagane, le terme ed una seconda cerchia di poderose mura. Insieme a Roma partecipò con un suo contingente alla Battaglia del Trasimeno contro Annibale, in cui la città appariva con il nome di Marzia in onore al dio Marte. Nel 89 a.C. la città ottenne la cittadinanza romana. Nel 60 a.C. divenne Colonia Julia Fida Tuder con facoltà di coniare moneta propria. Con la caduta dell'Impero Romano, Tuder, grazie alla sua posizione e al suo solido sistema difensivo, fu in gran parte risparmiata dalle invasioni barbariche; nel 757 entrò a far parte del Ducato di Roma quando furono ristabiliti i confini tra il re longobardo Desiderio e papa Paolo I.  Libero Comune nel XII sec. fu governata dai consoli fino al 1201 e poi dal podestà. Nonostante fosse impegnata internamente nelle lotte fra le fazioni guelfe e ghibelline ed esternamente contro i Comuni limitrofi di Orvieto, Narni e Spoleto, la città sottomise Terni ed Amelia nel 1208, raggiungendo la massima espansione territoriale. Nel 1237 entrò a far parte della Lega delle città umbre, resistendo nel 1240 agli attacchi dell'esercito imperiale di Federico II, grazie anche alla costruzione di una terza cinta muraria iniziata nel 1209 e di cui oggi si può ammirare quasi per intero la grandezza. Perduta la sua autonomia comunale nel 1367, ad opera di Guglielmo di Grimoard, fratello di papa Urbano V, la città iniziò un lento decadimento passando a varie signorie, infine entrò a far parte definitivamente dello Stato della Chiesa. Con l'ascesa all'episcopato del vescovo Angelo Cesi, la città si risollevò dalla grave depressione demografica, successiva alla peste del 1523, che aveva decimato più di metà della popolazione. In quel periodo rifiorirono anche le attività artistiche e culturali con la costruzione di nuovi palazzi e chiese, convogliando nella città artisti provenienti da tutta Italia. Fino al 1860 fu dominio della Chiesa entrò poi a far parte del Regno d'Italia.