Cinecittà
Il mezzo più comodo per la visita agli stabilimenti è la metropolitana linea A scendendo alla fermata: Cinecittà.
Lo stabilimento è un complesso imponente di edifici e strutture dislocato in un'area di 40 ettari.
Con 22 teatri di posa di diverse dimensioni e di forma rettangolare, vanno da un minimo di 15 per 30 metri fino ai 40 per 80 metri del Teatro 5, il preferito da Federico Fellini.
Qui una targa riporta una sua citazione: "Quando mi domandano qual'è la città
dove preferisco abitare e mi dicono Londra, Parigi, Roma... io dico, alla fine,
se devo essere sincero Cinecittà... Il teatro 5 di Cinecittà è il posto ideale,
l'emozione assoluta, da brivido, da estasi, è quella che provo di fronte al
teatro vuoto: uno spazio da riempire, un mondo da creare."
Tutti i teatri di posa sono acusticamente insonorizzati dai rumori esterni, dotati di climatizzazione, impianti elettrici e di illuminazione, graticci, passerelle, carriponte e botole impermeabili per gli effetti scenici che consentono di riprodurre anche una spiaggia e il mare. Ciascun teatro dispone di una serie di locali di servizio: camerini, uffici, sale trucco, attrezzerie, magazzini.
Fanno parte del complesso di 10 ettari e una piscina all'aperto di 7000 m², immersa nel verde del parco, profonda 2 m. per un volume complessivo d’acqua di 13.500 metri cubi e sormontata da un fondale blue back largo 80 m ed alto 20.
Sono inoltre disponibili strutture tecniche per la post produzione cinematografica e televisiva (laboratori di sviluppo, stampa e restauro della pellicola cinematografica, laboratori di post produzione digitale, laboratori di post produzione audio, ecc.) e laboratori per l'allestimento delle strutture sceniche (falegnameria, carpenteria, laboratorio di scultura, laboratorio di pittura artistica, ecc.). Il tutto completato dai servizi più vari: sale per proiezioni cinematografiche e conferenze, servizio di sicurezza per le celebrità, mensa, ristorante, parchi, bar, parcheggi.
Cinecittà è un complesso di teatri di posa di eccellenza e rilievo internazionale situati a Roma, lungo la via Tuscolana al n° 1055, all'angolo con via di Torre Spaccata, attivo dal 28 aprile 1937.
I lavori ebbero inizio il 30 gennaio 1936 in una zona di aperta campagna a sud di Roma e del quartiere periferico del Quadraro. Con la posa della prima pietra e dopo soli quindici mesi, il 28 aprile 1937, Mussolini inaugurò i nuovi stabilimenti.
Per raggiungere gli stabilimenti c'era solo la via Tuscolana a quel tempo molto stretta e i dipendenti andavano a piedi o in bicicletta. Solo dopo il periodo bellico fu istituita una linea di autobus che fermava davanti agli studi, come si può vedere da una scena del film
"Bellissima".
Negli anni Cinquanta fu costruita una linea di tram della STEFER che si distaccava dalla linea dei Castelli Romani e portava fino a Piazzale di Cinecittà con capolinea a 300 metri dallo stabilimento. La linea tram rimase fino agli anni
Ottanta, e fu sostituita con la
linea A della metropolitana di Roma che prevede una fermata proprio davanti allo stabilimento.
Con il conflitto bellico, dal 1938 gli americani non girarono più i loro film in Italia e a rimpiazzarli ci pensano i tedeschi, ma non mancano i film francesi, ungheresi, spagnoli e qualche rara pellicola scandinava, ma la produzione
fu soprattutto nazionale.
L'area è composta da diversi teatri di posa, i primi dodici furono elaborati dall'architetto Gino Peressutti. Oltre ad essi venne prevista la creazione di un centro industriale cinematografico integrato che comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova sede dell'Istituto Luce e quella del Centro sperimentale di cinematografia. Il progetto era molto innovativo perchè creava degli spazi progettati proprio per il cinema per tutte le varie fasi di lavorazione del film, non ultima l'area delle maestranze artigiane di creazione dei set cinematografici.
Nel periodo fascista i registi che non aderirono all'ideologia fascista non poterono più girare i loro film, e in seguito con la caduta del fascismo si formò un comitato di epurazione composto dai registi che furono messi fuori dal regime e che a loro volta segnalarono quelli che vi avevano aderito o che, comunque, avevano prodotto opere di sapore celebrativo. Tuttavia il periodo di allontanamento riguardò solo alcuni degli artisti che erano stati segnalati e durò poco tempo.
Negli ultimi due anni di guerra, gli stabilimenti di Cinecittà vennero prima occupati dai nazisti che li utilizzarono come luogo di concentramento di civili rastrellati nei dintorni di Roma, va ricordato il rastrellamento del Quadraro che nella notte del 17 aprile 1944 vide deportati circa mille uomini, portati prima a Cinecittà e poi in Germania. Dopo la liberazione della città, furono adibiti a ricovero degli sfollati. L'esercito tedesco in ritirata razziò lo stabilimento portando via gran parte delle attrezzature tecniche, macchine da presa, proiettori, impianti sonori e pellicole. Un'altra grande perdita si ebbe con gli sfollati ospitati nei teatri dopo aver perso casa a causa dei bombardamenti, e che per sopravvivere al freddo bruciarono gran parte dei documenti d'archivio.
Nel 1948 arrivò il primo film americano
"Il principe delle volpi" della 20th Century Fox. Negli anni Cinquanta avvenne l'esplosione di Cinecittà, con le produzioni americane: nel 1951 venne girato
"Quo vadis?" di Mervyn LeRoy, nel 1959 "Ben Hur" di William Wyler. Tale boom
era causato dalla competitività economica degli studi romani, chiamati in seguito anche "la Hollywood sul Tevere", complice anche un'apposita legge che non consentiva ai produttori stranieri di esportare i guadagni realizzati in Italia, obbligandoli di fatto a reinvestire in loco.
"La dolce vita" fu il film simbolo di questa evoluzione.
Cinecittà divenne in quegli anni un mitico eldorado sognato dalle belle ragazze italiane che gareggiavano all'epoca per Miss Italia. Questo fenomeno venne rappresentato in
"Bellissima" di Luchino Visconti e in "Roma" di Fellini.
A Federico Fellini è dedicata una delle mostre permanenti che si possono visitare.
Mentre solo con visita guidata è possibile accedere nella parte ove si girano i
film ed è possibile ammirare i set della: ricostruzione di Roma antica, dove si girano anche i documentari di Alberto Angela sui costumi degli antichi romani, la ricostruzione di Firenze o Assisi in epoca medioevale,
una ricostruzione parziale del tempio di Gerusalemme e una vista di Broadway ambientata nella New York di metà Ottocento ricreata dallo scenografo Dante Ferretti.
Negli ultimi anni i teatri di Cinecittà hanno ospitato i set di alcune grosse produzioni americane:
"Black Stallion" di Carroll Ballard 1977; "Il
Padrino" parte III di Francis Ford Coppola 1988; "Daylight", "Trappola nel tunnel" di Rob Cohen 1996;
"Il paziente inglese" di Anthony Minghella 1996, "Gangs of New York" di Martin Scorsese;
"Le avventure acquatiche" di Steve Zissou di Wes Anderson; "La passione di Cristo" di Mel Gibson e la serie televisiva
"Rome" (2005-2007). Nel 2008 Cinecittà è stata messa a disposizione per le riprese del secondo episodio della 30ª stagione della serie di fantascienza britannica
"Doctor Who", ambientato nell'epoca di Pompei.
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