L'escursione in breve
Dal Santuario francescano di S.Maria delle Grazie, fino ad arrivare alla vetta di Monte Serrapopolo, si può compiere uno degli itinerari più interessanti del Parco dei Monti Lucretili.
L'itinerario l'abbiamo articolato con due possibilità: partendo dal noto
santuario francescano meta di molti pellegrinaggi che si erge ai confini del
Parco nel comune di Scandriglia o partendo direttamente dall'abitato di
Scandriglia.
Nella versione completa il percorso è composto in tre parti:
- Breve itinerario per tutti, anche per disabili. Su strada asfaltata.
- Parte facile. Su strada sterrata.
- Parte di media difficoltà. Partendo da Scandriglia si sale verso il convento S. Nicola. Un paesaggio agricolo ove domina la coltivazione dell'ulivo, successivamente si snoda per boschi di lecci e faggi con un sottobosco ricco e coloratissimo, dove vivono ancora ben nascosti istrici, ricci, scoiattoli, volpi e cinghiali; la parte terza è indubbiamente la più interessante sia per la varietà di ambienti sia per la bellezza del paesaggio. La salita è sempre lieve ma costante ad eccezione del breve tratto da Scandriglia all'ex Convento S.Nicola.
Dove?
Siamo in Sabina nel Lazio. L'itinerario si svolge nel territorio del Comune di Scandriglia ai confini della Provincia di Roma, nella parte sud della provincia di Rieti. L’itinerario è in gran parte nel Parco Regionale dei Monti Lucretili in cui è vietata la caccia. Esistono vincoli architettonici nei centri storici urbani.
Quando?
Il periodo migliore è sicuramente la primavera e l'autunno; ma anche in pieno inverno il clima temperato della Sabina permette delle splendide passeggiate nelle numerose e limpide giornate di sole. In estate la parte terza dell'itinerario svolgendosi quasi esclusivamente nel sottobosco rende gradevole la passeggiata al riparo dei raggi solari.
I tempi
La durata dell'intero percorso è di 4 ore e mezza circa all'andata 3 ore e mezza al ritorno (escluse le soste). Il dislivello complessivo è circa 800 mt. passando da quota 378 (S.Maria delle Grazie), quota 535 (Scandriglia) fino ad arrivare a quota 1180 (M.Serrapopolo). Calcolare un'ora in meno partendo da Scandriglia.
Arrivando in automobile:
Da Roma si prende la statale n. 4 (via Salaria) in direzione Rieti, al Km 48 girare a destra per Scandriglia seguire le indicazioni fino ad arrivare ad incontrare i cartelli di segnalazione per il Santuario Francescano di S.Maria delle Grazie. Oppure proseguire per Scandriglia se si vuole partire direttamente dall'abitato saltando i tratti più facili.
In camper da altre regioni italiane:
Dall'autostrada A1: uscire al casello di Fiano Romano, immetersi sulla superstrada fino alla SS. Salaria in direzione Rieti, seguire le indicazioni per Passo Corese.
Arrivati a Passo Corese proseguire sulla SS. Salaria in direzione Rieti e seguire le indicazioni descritte per chi viene in automobile.
Per i camper conviene parcheggiare appena entrati nell'abitato di Scandriglia
(saltando la prima parte del percorso), fermarsi accanto al campo
di calcio sulla strada via S. Maria delle Grazie prima dell'agriturismo con maneggio "La Staffa". Fontana con acqua. Gratuito. Ai confini del Parco dei Monti Lucretili. Zona panoramica si vede il monte Soratte e il castello di Nerola. Guardando in alto sopra l'abitato di Scandriglia, incastonato nel bosco verde, spicca il Convento di S. Nicola, una delle tappe dell'itinerario.
In treno + autobus:
Da Roma linea FM1 (Fiumicino aeroporto Fara Sabina) partenze ogni 15 min (sabato e festivi meno corse) da ogni stazione linea urbana FS
Trenitalia. Arrivati alla stazione di Fara Sabina prendere le corriere della compagnia
COTRAL s.p.a. per Scandriglia. Se serve
una sistemazione per la notte si può chiedere all'agriturismo
La Staffa presso il campo di calcio.
L'equipaggiamento
E' preferibile calzare scarponcini o comunque scarpe robuste con suola scolpita per la presenza di rocce nella parte alta del percorso. E' consigliabile portare con se lo zainetto, con una borraccia e alimenti, binocolo, macchina fotografica ed eventualmente telefonino con GPS. Stamparsi l'itinerario.
L'itinerario:
Parte prima (da S. Maria delle Grazie all'ingresso del Parco)
Aggirare le mura del Santuario ritornando sulla strada asfaltata, prendere la direzione verso Montorio Romano e percorrere la lieve salita fino ad arrivare al cartello che indica per la Chiesa di S.Barbara, imboccare la strada bianca carrareccia e seguire le indicazioni di colore rosso. Qui inizia la seconda parte dell'itinerario.
parte seconda (fino all'abitato di Scandriglia)
Qui si entra nel territorio del Parco, anche qui purtroppo l'ignoranza di qualche cacciatore si esprime come visualizzato nella foto
Si prosegue andando sempre dritti per la strada principale fino ad arrivare al seguente incrocio:
si sale a destra per una strada ciottolosa, in questa prima parte del cammino si possono ammirare diversi scorci suggestivi. In direzione nord-ovest si può vedere arroccato su un monte il castello di Nerola con il suo centro abitato, nella foto
in alto a sinistra presa al ritorno con il tramonto, è visibile sulla sinistra Nerola, a destra il monte Elci e sullo sfondo nella foschia il monte Soratte.
Si prosegue tra gli uliveti fino ad arrivare nella parte superiore dell'abitato di Scandriglia, arrivati ad un terreno recintato che fa angolo con una stradina, prendere a destra salendo verso la montagna. Nella foto si può vedere il bivio ove girare e in fondo in alto l'ex Convento di S. Nicola.
Parte terza (da Scandriglia a M. Serrapopolo)
Ci accingiamo a percorrere la terza parte dell'itinerario che è decisamente la più interessante sia dal punto di vista naturalistico, sia paesaggistico.
Per chi volesse saltare le prime due parti del percorso, è possibile farlo parcheggiando a Scandriglia
presso il campo di calcio e chiedendo indicazioni per raggiungere l'ex convento di S. Nicola che si trova arroccato sul monte che sovrasta Scandriglia:
alzando lo sguardo sopra l'abitato è visibile in mezzo al bosco.
Il cammino prosegue salendo su una ripida strada sterrata con diversi tornanti, in uno di questi troviamo un'antenna di telefonia mal camuffata da albero
(foto in alto a sinistra), peccato che la specie imitata (il pino) non è in armonia con le specie presenti in questo tratto di bosco.
Arrivati 10 metri prima dell'ex convento, (ora adibito ad abitazione privata ed in parte ristrutturato) conviene salire per il sentiero segnalato con la vernice rosso-bianca. E' bene sfruttare la piccola variante che evita di passare vicino alla parte pericolante dell'ex convento. Quest'area per le significative rilevanze storico - paesaggistiche meriterebbe maggiore attenzione da parte delle autorità locali.
Il sentiero ora s'inoltra nel sottobosco, a sinistra abbiamo una staccionata di legno che lo delimita. Querce e faggi ci accompagnano in questa zona stupenda ricca di ciclamini, qua e là troviamo tracce di cinghiali, tane di istrici e ricci.
Più in là il sentiero diventa più ciottoloso, le rocce calcaree mostrano i segni del loro logorio ad opera dell'acqua piovana.
Il sentiero sottobosco finisce su una radura con il passaggio per gli escursionisti consentito attraverso uno spazio ricavato tra due tronchi d'albero.
Qui occorre proseguire dritti seguendo i segnali rosso-bianchi. Il sentiero sale dolcemente nel bosco.
I frequenti tagli di alberi operati negli anni in cui questa zona non era ancora parco si notano dalla giovane età del bosco. Oggi per fortuna la situazione è molto migliorata rispetto al passato. E' gradevole camminare all'ombra delle piante riparati dai raggi solari nel periodo estivo.
Superato il sottobosco arriviamo in una radura puntinata da rocce calcaree, seguire le indicazioni di vernice dirigendosi verso sud. Il piano declina un po' verso il basso Nella foto della radura sono visibili sullo sfondo M. Pellecchia e sulla destra M. Serrapopolo.
Dopo la radura troviamo un altro di quei sbarramenti che consentono il passaggio alle persone ma lo impediscono al bestiame al pascolo. Vedi foto
a destra.
Entriamo in un altro sottobosco suggestivo, seguire anche qui le indicazioni di vernice rosso-bianche. Il sentiero prima sale per poi ridiscendere dolcemente fino ad arrivare ad un abbeveratoio per il bestiame.
Qui incontriamo delle mucche, una delle quali allatta il suo piccolo. In questa zona pur essendo ottobre troviamo delle gustose more maturate da poco.
Il percorso prosegue salendo sulla destra. La strada è molto ciottolosa e si inoltra di nuovo nel bosco. Dopo un tratto più ripido sbuchiamo fuori dal bosco, sulla sinistra troviamo la vetta del monte Serrapopolo, siamo arrivati nella parte finale del nostro percorso. Qui il sentiero costeggia il bosco appena lasciato salendo verso la vetta. Più in là inizia di nuovo il sottobosco: è la parte finale prima di arrivare alla vetta. Il sentiero è a tratti ripido e scivoloso, ma la consapevolezza di essere ormai arrivati sulla vetta ci fa superare senza accorgercene qualsiasi difficoltà.
Verso la cima il terreno diventa sempre più roccioso, trasformandosi in un suggestivo paesaggio in pietra.
Chi ama i giardini rocciosi può gustare un'amplissima collezione di specie: dalle diverse sassifraghe alle crassulacee come la caratteristica "erba da calli " forma tappeti folti di foglie globose e piuttosto carnose, lunghe 3-5 millimetri; i suoi piccoli fiori sono a forma di stella; color giallo vivo, e fioriscono in giugno-luglio.
La loro storia ci porta molto indietro nel tempo: circa 200 milioni di anni fa, alla fine del Triassico, questa parte dell’Italia centrale era immersa in un mare caldo e poco profondo. In seguito, nel Lias medio, movimenti verticali cambiarono in alcune zone la profondità del mare; queste differenze di ambiente portarono a vari tipi di sedimentazione marina e, di conseguenza, a formazioni rocciose diversificate. Le rocce che vediamo affiorare sono calcaree; su di esse spesso è possibile osservare resti fossili di Gasteropodi e di Echinidi e di altri animali e vegetali microscopici, individuabili con l' aiuto di una lente.
Se la giornata è limpida si può spaziare con lo sguardo per un ampio tratto della catena appenninica: vicinissimo, in direzione nord-est, c'è il Terminillo; proseguendo lungo la cresta e in direzione sud c'è il Monte Pellecchia.
Per il ritorno, dopo aver ammirato lo stupendo panorama, ripercorrere il percorso in senso contrario.