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Miramare.


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Itinerario Capodanno2012

La Riserva naturale marina di Miramare

lat.45.7012000 long.13.7199000
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Nel Golfo di Trieste, intorno al Castello di Miramare, si snoda tutt'attorno, la Riserva naturale marina di Miramare. La riserva è nata nel 1973, è stata istituita nel 1986 con decreto del Ministero dell'Ambiente, ed è stato il primo parco marino istituito in Italia. L'area è classificata come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo. La zona a protezione integrale è di 30 ettari, per una larghezza di 200 metri lungo 1,8 km di costa, ed è circondata da un’altra area di rispetto, di altri 90 ettari per un larghezza di ulteriori 400 metri, a protezione parziale, ove è vietata la pesca professionale. La profondità massima che si raggiunge nella riserva è di 18 metri. Il centro visite è situato all’interno del parco di Miramare, in un edificio noto come il castelletto, che è anche la sede operativa della riserva. In una piccola zona della riserva sono possibili visite guidate in apnea o con autorespiratore.

Il castello costruito attorno alla metà dell’Ottocento dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo (governatore del regno del Lombardo Veneto) per abitarvi insieme alla consorte Carlotta del Belgio.

Progettato dall’ingegnere austriaco Carl Junker, si presenta in stile architettonico dell’epoca: modelli tratti dai periodi gotico, medievale e rinascimentale si combinano in una sorprendente fusione, trovando diversi riscontri nelle dimore che all’epoca i nobili si facevano costruire in paesaggi alpini sulle rive di laghi e fiumi.

La realizzazione degli ambienti interni reca la firma degli artigiani Franz e Julius Hofmann: il pianoterra, destinato agli appartamenti privati di Massimiliano e Carlotta, ha un carattere intimo e familiare, il primo piano è invece quello di rappresentanza, riservato agli ospiti che non potevano non restare abbagliati dai sontuosi ornati istoriati di stemmi e dalle rosse tappezzerie con il simboli imperiali. Ancora oggi la visita al castello da parte dei turisti rappresenta una tappa obbligata per ammirare lo splendore degli arredi.

Il 3 ottobre 1863, Ferdinando Massimiliano riceve nel Castello di Miramare una delegazione di notabili messicani, presieduta da Gutiérrez de Estrada, venuta ad offrirgli la corona del Messico su iniziativa di Napoleone III. Massimiliano sale al trono come Massimiliano I del Messico, insieme a Carlotta,

Massimiliano parte, insieme a Carlotta, da Miramare per il Messico, dove arriverà il 28 maggio. Lo attende un paese sconvolto dalla guerra civile e in una situazione politica molto più difficile del previsto. Massimiliano è catturato a Querétaro dai repubblicani di Benito Juàrez e viene fucilato.

Nel 1930 il governo italiano destina il Castello di Miramare a residenza del Duca Amedeo di Savoia-Aosta. L’arch. Alberto Riccoboni della Regia Soprintendenza alle Belle Arti cura il progetto di ristrutturazione architettonica del Castello, che necessita di essere adeguato alle esigenze di modernità richieste dal Duca. Le stanze del Castello perdono alcune delle decorazioni più ridondanti, e vengono rivisitate tramite arredi funzionali in cui l’estetica si accompagna alla massima praticità: si tratta di mobili disegnati nello stile razionalista visibili nell’ala sinistra del primo piano. Il rinnovamento del Castello al tempo del Duca non è stato solo estetico: il Genio Civile provvide a dotare l’edificio di due ascensori, di linee telefoniche, di un impianto di illuminazione al neon, di acqua corrente e termosifoni. Il Duca dimora nel Castello dal 1931 fino al 1937, anno in cui riceve la nomina di vicerè d’Etiopia, mentre la moglie Anna d’Orléans e le figlie Margherita e Maria Cristina continuano ad abitarvi, seppure saltuariamente, fino alla prima metà del 1943.

Questo castello è risultato funesto per chi vi ha abitato: Massimiliano d'Asburgo partì per assumere la corona imperiale del Messico e vi morì, Amedeo partì per l'Impero d'Etiopia di cui fu viceré e morì in prigionia.

E' presente nel parco una biblioteca del WWF, al momento non è aperta al pubblico in quanto viene utilizzata nel contesto di attività di ricerca interne applicate ad attività didattiche, scientifiche e di monitoraggio.

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