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Città Umbra poco nota al turismo di massa: un motivo in più per visitarla e
apprezzare la sua rocca con la sua fortificazione che ospita un parco a tema sul
medioevo (nel periodo della nostra ultima visita nel novembre 2017 era chiuso per
restauro), Il suo museo e la città sotterranea.
Due sono i parcheggi entrambi con posti anche per i
camper con camper service. Il secondo parcheggio quello più vicino al centro
storico ha un ascensore per arrivare in centro.
La zona intorno a Narni era già abitata nel Paleolitico, come attestano i ritrovamenti in alcune delle grotte di cui è composto il territorio. Intorno all'inizio del primo millennio gli Osco-Umbri si stabilirono nella zona chiamando Nequinum il loro insediamento.
Nel 300 a.C. la cittadella rientrò negli interessi di Roma, che la fece assediare con il console Quinto Apuleio Pansa ottenendo tuttavia risultati infruttuosi vista la sua impervia posizione. Ci volle oltre un anno per compiere l'impresa, avvenuta nel 299 a.C. grazie al tradimento di due persone locali che permisero ai Romani l'ingresso tra le mura. Divenne così colonia romana, e centro strategico lungo la via Flaminia.
La costruzione della via Flaminia aprì a Roma l'accesso all'Umbria, al mare
Adriatico e alla valle Padana. La strada fu costruita da Caio Flaminio che fu
console nel 223 e censore nel 220 a.C. migliorando precedenti piste di
attraversamento dell'Appennino. La Flaminia partiva dalle mura di Roma, alle
pendici del Campidoglio. Si ritiene che il tracciato più antico raggiungesse la
costa adriatica a Sena Gallica (Senigallia), passando per le colonie latine di
Narnia e Spoletium. Un secondo tracciato, più veloce, che passava per Nuceria
(Nocera) e raggiungeva la costa a Fanum (Fano), fu aperto probabilmente circa
cinquant'anni dopo dal console Tiberio Sempronio Gracco, cui si deve la
fondazione di Forum Sempronii (Fossombrone). La strada varcava le montagne
attraverso la gola del Furlo, dove l'imperatore Vespasiano nel 77 d.C. aprì il
nuovo tracciato raggiungendo Nuceria. In questa occasione fu costruito il grande
ponte sul Nera.
Per punire il sostegno dato ai Galli, e considerando Nequinum di cattivo auspicio (in latino, nequeo significa "non posso", e nequitia significa "inutilità".), i romani cambiarono il nome della città in latino di Narnia, dal nome del vicino fiume Nar, l'attuale Nera.
Non si hanno molte notizie relative a quel periodo, si pensa però che la città potesse aver avuto un ruolo di una certa importanza durante il corso delle prime due guerre puniche. Lungo il fiume Nera, nei pressi della frazione di Stifone, dove anticamente si trovava il porto della città romana, è stato infatti recentemente individuato il sito archeologico che appare come un cantiere navale romano. Dell'antica navigabilità del fiume Nera si hanno peraltro notizie
in Strabone e Tacito: noto il passo in cui il console Gneo Calpurnio Pisone decise di imbarcarsi a Narni con la moglie Plancina al fine di raggiungere Roma senza destare sospetti. Divenne Municipium nel 90 a.C. Nell'anno 30 d.C. vi nacque Nerva, ultimo italico tra gli imperatori romani.
Di epoca paleocristiana è la citazione di Narnia ad opera di Tertulliano,
nell'Apologeticum, in un elenco di "falsi dei" redatto nel primo secolo, in
quanto la città era antica dimora del dio Visidianus (Narnensium Visidianus) .
Non si conosce con certezza quando la città di Narnia cambiò il suo nome in
Narni, ma probabilmente questo avvenne gradualmente nel tempo a partire dal XIII
secolo per poi divenire effettivo dopo la rivoluzione francese, anche se fino alla fine del XIX secolo si trovavano ancora nelle lapidi e negli scritti ufficiali iscrizioni con l'antico nome di Narnia.
Lo scrittore Walter Hooper, che fu tra l'altro segretario e biografo di C.S.
Lewis, autore 'de Le cronache di Narnia', ha anche trattato diverse volte nei suoi
libri le origini del nome "Narnia".
L'avvento dell'anno mille vede Narni coinvolta militarmente nelle vicende tra il
Papato e l'impero; in questo quadro incomincia ad aumentare l'influenza
dell'Abazia di Farfa, che tra l'XI e il XII secolo possedeva un'insieme dei beni
intorno alla città frutto di eredità. La città diventa un polo di attrazione nei
confronti delle popolazioni rurali con le istituzioni economiche, politiche e
militari. Nel XII secolo la città aveva esteso il proprio dominio lungo la
direttrice che unisce l'Umbria alla Sabina.
Il 1300 è l'anno del giubileo indetto da Bonifacio VIII e Narni divenne
inevitabilmente uno degli itinerari di transito dei pellegrini verso Roma, anche
se la via principale di transito non fu la Flaminia ma la Cassia Nel Trecento la
città doveva avere una popolazione di circa 20.000 abitanti, con 100 torri e
1000 abitanti.
Uno dei personaggi più eclettici della storia della città fu l'ingegnere,
mercante e viaggiatore Edoardo Martinori (1854 - 1935) che portò il sarcofago a
Narni al ritorno da un viaggio in Egitto nel 1920. Uno spazio del museo ospita una mummia egiziana. Edoardo Martinori amava trascorrere gli inverni a Roma e il resto del tempo a Narni dove nel 1895 acquistò un ex convento dei cappuccini trasformandolo in una villa in stile moresco con tanto di cupola e annesso minareto. Ed ecco, quindi, la mummia di Narni, un sarcofago ligneo decorato contenente il corpo imbalsamato di una giovane donna vissuta probabilmente nel II – I sec. a.C. Chi sia stata non si sa anche se non sono mancate le supposizioni. E’ certo che continua ad accendere la fantasia di quanti hanno potuto vederla e non è un caso che sia finita in “trasferta” nientemeno che alla Scala di Milano, alla fine del 2006, in occasione della prima dell’Aida di Giuseppe Verdi, con la regia di Franco Zeffirelli.