Fino al 19° secolo molti studiosi pensavano che Troia fosse un luogo mitologico e leggendario. Heinrich Schliemann un cercatore di tesori tedesco, invece, era certo della sua esistenza. Nel 1871 ottenne dal governo ottomano l'autorizzazione ad effettuare gli scavi presso una collina del villaggio di Hisarlik. In questa località alcuni archeologi ipotizzavano
che vi fosse l'antica città.
Schliemann non essendo un vero archeologo si affrettò a scavare senza applicare le regole e le attenzioni che meritavano reperti così antichi. Riportò alla luce i resti della città che identificò senza ogni dubbio come la città descritta da Omero. Ma non si rese conto che in realtà si trattava di una serie di insediamenti costruiti uno sopra l'altro nel giro di 2500 anni.
Nella fretta distrusse porzioni di città sovrapposte. L'enorme
quantità di manufatti d'oro portati alla luce li identificò come il "tesoro di
Priamo".
Studi successivi scoprirono che i preziosi tesori dissotterati in realtà non
appartenevano all'epoca della Troia Omerica (VI livello) ma a un periodo molto
precedente (II livello).
Schliemann esportò illegalmente parte del tesoro, gran parte fu esposta a
Berlino. Nel periodo dell'occupazione sovietica nella seconda guerra mondiale, i
tesori furono sottratti e portati al Museo Pushkin di Mosca, dove sono tuttora.
La Turchia ne rivendica giustamente il diritto di possesso nei confronti di
Mosca.
I più antichi insediamenti di quest'area risalgono alla prima metà del bronzo
(Troia I).
Fino alla Troia V 3000 -1700 a. C. le civiltà che l'abitarono erano piuttosto
simili, mentre la Troia VI quella Omerica risalente tra il 1700 - 1250 a. C. è
stata profondamente influenzata dalla civiltà micenea.
Nel 1250 a. C. un terremoto distrusse le sue mura e potrebbe aver favorito la
vittoria degli Achei. In seguito la città cadde in declino per quattro secoli
per poi rifiorire come città Greca e poi Romana.
Entrando nel sito archeologico la prima cosa che ci colpisce è un enorme cavallo
di legno che è possibile visitare salendoci dentro. E' più un'attrazione per
turisti che una fedele riproduzione del celebre cavallo lasciato in dono alla
città.