Le prime notizie
documentate relative al territorio si Santo Stefano si hanno
nel 760 d. C. con la donazione di Carapelle al monastero di S.
Vincenzo al Volturno da parte del re longobardo Desiderio.
In questo periodo si notano un aumento delle terre
coltivabili, il ripopolamento delle campagne anche ad alte
quote, nonché la nascita e il consolidamento di borghi
fortificati, tanto più sicuri quanto più in posizione
elevata. Nel 1308 si hanno le prime notizie certe
dell'esistenza del borgo fortificato di Santo Stefano di Sessanio. Tra la fine XIII e l'inizio XIV secolo si forma il
vasto dominio feudale della Baronia di Carapelle, di cui fa
parte anche il territorio di Santo Stefano, strategico
perché confinante con il Contado aquilano a controllo del
percorso proveniente da Barisciano. Nel 1474, sotto gli
Aragonesi, l'abolizione della tassa sugli animali e il
riordino dei pascoli di Puglia consentono un forte sviluppo
della pastorizia e della transumanza al punto che in
quell'anno Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Rocca
Calascio e Carapelle hanno ben 94.070 pecore. Nella prima
metà del Settecento, Santo Stefano raggiunge il
massimo
splendore come base operativa della Signoria di
Firenze per il fiorente commercio della lana "carfagna", qui
prodotta e poi lavorata in Toscana e venduta in tutta
Europa. Nel XIX secolo con l'unità d'Italia e la
privatizzazione delle terre del Tavoliere delle Puglie ha
termine l'attività millenaria della transumanza e inizia un
processo di decadenza del borgo che vede fortemente ridotta
la popolazione a causa del fenomeno dell'emigrazione.
Nel XXI secolo l'antico borgo sta avendo una rinascita, grazie
al turismo, incentivato dalla politica dei sindaci che si
sono susseguiti, grazie alla volontà dei pochi giovani
rimasti che, volontariamente, hanno dato il loro contributo
alla pro-loco dalla fine degli anni '60 fino ad oggi e grazie
ai primi investimenti dei residenti. Nel 2004 è arrivato in
paese un giovane impreditore Daniele Elow Kihlgren di
origini svedesi, che ha acquistato una piccola parte del
borgo per realizzare un "albergo diffuso" ed ha attirato,
grazie al richiamo del Parco Nazionale del Gran Sasso e
Monti della Laga, l'interesse di altri investitori sia
esteri che italiani, facendo sviluppare in modo
considerevole tutte le attività della zona. S. Stefano fa
parte del Club dei Borghi più belli d'Italia. Il club, nato
nel marzo 2001 su impulso dell'Associazione Nazionale Comuni
Italiani ANCI, raccoglie piccoli centri italiani di spiccato
interesse artistico e storico, con
l'intento di contribuire a salvaguardare,
conservare e rivitalizzare i piccoli centri abitati.