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Itinerario Arcipelago..

Ravenna: Battistero Neoniano, Museo Arcivescovile e il Duomo


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Battistero Neoniano

Col passaggio della sede vescovile da Classe a Ravenna alla fine del IV secolo, fu iniziata una nuova cattedrale, la Cattedrale Ursiana (dal nome del vescovo Orso Ursus), della quale sopravvivono pochi resti inglobati nell'attuale duomo di Ravenna e nell'attiguo Museo arcivescovile. Il Battistero fu avviato nei primissimi anni del V secolo dallo stesso vescovo Orso e terminato verso il 450 circa.

Neone, nel 458 circa, intervenne con importanti opere strutturali, in particolare con la costruzione della cupola in sostituzione del soffitto originariamente piano, cupola che fu decorata con ricchi mosaici ancor oggi visibili. L'interno spicca per la decorazione di tutta la cupola a mosaico risalente al tempo del vescovo Neone. Entro tre anelli concentrici sono rappresentati vari soggetti: Nel cerchio centrale, su sfondo oro, si trova la scena del Battesimo di Cristo: con San Giovanni Battista nel gesto di battezzare il Cristo immerso fino alla vita nel fiume Giordano, di cui compare anche la personificazione a destra, sottolineata dalla scritta Iordañn, come in uso nell'antica iconografia ellenistica, mentre sopra il Cristo svetta la colomba dello Spirito Santo. I volti di Gesù e del Battista furono rifatti nel XVIII secolo, per cui la parte centrale della scena, dai contorni ben visibili, non è più quella originale.

La seconda fascia presenta i dodici apostoli su sfondo azzurro, con le vesti (toga e pallio) alternate nei colori bianco e oro, e con in mano delle corone da offrire al Cristo. Le immagini presentano ancora una notevole consistenza plastica e un senso di movimento, che testimoniano gli ininterrotti rapporti con l'arte classica; contemporaneamente indice di rapporti con il mondo bizantino sono la vivace policromia, la monumentalità e la ieraticità delle figure. Gli apostoli sono intervallati da candelabre e dal cerchio superiore pendono drappi bianchi che visti dal basso formano la forma di una corolla di un fiore. Tra i riti preparatori al battesimo, nella iniziazione cristiana, principale era quello della traditio symboli, cioè dare ai candidati catecumeni il Credo, ossia l'insegnamento, l'apprendimento e la consegna per la vita della tessera fidei.

L'anello esterno, a fondo azzurro, presenta una serie di finte architetture tripartite, con una nicchia o esedra al centro di ciascuna, affiancata da due strutture portate da quattro colonne ai lati, che creano un effetto di alternanza tra concavo e convesso; queste specie di "quinte teatrali" si trovano nell'arte romana, per esempio già negli affreschi di Pompei. Al centro delle otto nicchie centrali si trovano quattro altari con il Vangelo aperto, affiancate dalle sedie vuote in cui siederanno i giusti, e quattro troni vuoti con le insegne di Cristo (l'etimasia).

 La vasca battesimale marmorea posta al centro dell'edificio è ottagonale e risale al XVI secolo, ad eccezione dell'ambone dove saliva il sacerdote per amministrare il battesimo che è originale e risalente al V secolo. Una vecchia tradizione, priva di fondamento storico, vuole che l'edificio fosse costruito sopra il calidarium delle antiche terme romane.

Museo arcivescovile

Nei primi decenni del XVIII secolo, il vescovato decise di demolire e poi ricostruire ex novo la cattedrale medioevale di Ravenna. L'edificio ospitava molti oggetti d'arte appartenenti alla precedente cattedrale paleocristiana, sorta quando la capitale dell'Impero romano era stata trasferita da Milano. I mosaici, le epigrafi, i capitelli e le lapidi furono asportati. L'arcivescovo Maffeo Nicolò Farsetti (1727-1741) decise di non ricollocarli nella nuova chiesa, ma di raccoglierli in un luogo apposito. Dopo alcuni anni di chiusura, il Museo è stato riaperto nel 2010 in seguito a una serie di interventi di carattere strutturale e impiantistico che ne hanno garantito un nuovo assetto espositivo.

La visita al Museo offre infine un'emozionante sorpresa: la Cappella Arcivescovile di Sant'Andrea, costruita come oratorio privato da Pietro II, vescovo di Ravenna (494 - 519), e decorata con splendidi mosaici dell'inizio del V secolo, fra cui spiccano: nella lunetta Gesù Cristo vincitore che calpesta un leone ed un serpente; nella volta Quattro angeli che sorreggono il monogramma di Cristo; nei sottoarchi si alternano Medaglioni con busti dei santi. È l'unica cappella vescovile dell'antichità cristiana giunta fino a noi. Nel 1997 è stata dichiarata dall'UNESCO (insieme ad altri sette monumenti di Ravenna) "Patrimonio dell'umanità".

Il Duomo

Il duomo di Ravenna, ufficialmente cattedrale metropolitana della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, è il principale luogo di culto cattolico della città di Ravenna,

L'esterno della cattedrale della Risurrezione è caratterizzato dalla facciata barocca, che dà su piazza Duomo. La facciata nella parte inferiore, presenta un largo portico, terminato nel 1745, il quale si apre sull'esterno con un'arcata su ciascun fianco e tre su quello anteriore; ad ognuna di queste ultime corrisponde una campata coperta con volta a vela e unita alle altre da una campata di sezione minore voltata a botte e adornata da una nicchia vuota sulla parete.

Mentre le arcate laterali poggiano su pilastri, quella centrale, si basa su due colonne tuscaniche in granito rosa alte 4,80, provenienti dall'antica basilica Ursiana insieme a quelle in marmo greco venato che sorreggono il timpano del portale centrale; ai lati di quest'ultimo si aprono due portali minori, ciascuno dei quali è sormontato da un cornicione con decorazione vegetale in stucco e da una finestra a lunetta.

L'interno della cattedrale, in un solenne stile barocco, presenta una pianta a croce latina e una ricca pavimentazione in opus sectile, posta 3,50 metri più in alto rispetto al livello del pavimento dell'antica basilica Ursiana.

Sotto la terza arcata tra la navata centrale e la navata di destra, vi è il pregevole ambone del vescovo Agnello, realizzato tra il 557 e il 570 per l'antica basilica Ursiana, poi smembrato e le sue due parti murate nel passaggio dietro il coro prima di essere ripristinato nel 1913 per volontà dell'arcivescovo Pasquale Morganti, sotto la direzione del soprintendente ai Monumenti della Romagna Giuseppe Gerola. Il pregevole manufatto, della tipologia a torre e interamente realizzato in marmo greco, si compone di una pedana raggiungibile tramite due serie di gradini sui due lati e chiusa, davanti e dietro, da un doppio parapetto che, rispetto allo stato originale, sopravvive soltanto nell'area centrale e non nelle due laterali, che dovevano chiudere due scale più lunghe rispetto alle attuali. Sia il parapetto anteriore, sia quello posteriore, sono bombati verso l'esterno nella parte centrale e decorati da 36 formelle rettangolari contenenti bassorilievi con figure di animali, i quali sono orientati simmetricamente verso il centro a gruppi di tre su ogni fila.

Il bestiario rappresentato contempla, dall'alto al basso, agnelli, pavoni, cervi, colombe, anatre e pesci, e va letto come la rappresentazione visiva di tutta la creazione che diventa il luogo concreto dell'amore di Dio, come un nuovo giardino dell'Eden rigenerato nella Parola di Dio che poi viene annunciata a tutte le genti da ogni creatura.

La visita prosegue a Sant'Apollinare di Classe e Nuovo, La Tomba di Dante

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