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Parcheggiamo nell'area attrezzata segnalata posta all'ingresso della città.
Da li' dopo 600m di strada si arriva alle scale mobili che salgono sul colle e sbucano al centro della città vicino al magnifico Duomo di Siena.
Qui si può fare un biglietto cumulativo che comprende con 18€:
la Cattedrale e
Libreria Piccolomini, il Museo dell'Opera, Panorama dal Facciatone (dove si può
ammirare Siena dall'alto), La Cripta, Battistero, Oratorio di S. Bernardino e
Santa Maria della Scala.
Altre sale sono dedicate alle sculture provenienti dai
fianchi del Duomo. L'uscita avviene attraverso il passaggio dalla chiesa di San Niccolò in Sasso sulla
retrostante via del Poggio.
Siena ha un ingente patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed
è famosa per la sua sostanziale unità stilistica dell'arredo urbano medievale, nonché per il celebre Palio. Nel 1995 il suo centro storico
fu inserito dall'UNESCO nel Patrimonio dell'umanità.
All'interno del centro storico senese sono stati ritrovati dei siti di epoca etrusca, che possono far pensare alla fondazione della città da parte degli etruschi. Secondo autorevoli studi infatti il nome Siena può derivare dal gentilizio etrusco Saina/Seina, attestato epigraficamente a Montalcino, Chiusi e Perugia.
Limitandoci ai luoghi più importanti da visitare siamo
subito andati al complesso museale del Duomo che comprende oltre alla bellissima cattedrale il complesso museale Santa Maria della Scala, Il Museo dell'Opera con lo splendido panorama dal Faccione, La Cripta e il Battistero. I biglietti d'ingresso per tutti questi musei vanno dai 13 ai 25€, gratuito per portatori di handicap.
Il Duomo
Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta, è il principale luogo di culto cattolico di Siena, in Toscana, l'edificio è situato nell'omonima piazza, nel Terzo di Città.
Costruita in stile romanico-gotico italiano, è una delle più significative chiese realizzate in questo stile in Italia.
La facciata, tutta in marmo bianco con qualche decorazione in rosso di Siena e serpentino di Prato, è divisibile in due metà, inferiore e superiore, riferibili a due distinte fasi costruttive.
La ricchezza della decorazione, prevalentemente scultorea, nasconde irregolarità e asimmetrie derivate dalla lunga fase costruttiva a cui misero mano molteplici progettisti.
La facciata inferiore fu realizzata da Giovanni Pisano ed è riferibile a uno
stile romanico-gotico di transizione. Questi vi lavorò tra il 1284 e il 1297,
prima di allontanarsi improvvisamente da Siena, probabilmente per le critiche
mossegli dal comune per gli sprechi e la disorganizzazione. A questa fase
risalgono i tre portali (con strombo, lunette e ghimberghe) e i due torrioni
laterali. Il portale centrale ha un arco a tutto sesto, quelli laterali
leggermente ogivali; gli sguanci sono decorati da sottili colonne ritorte, con
capitelli scolpiti a fogliame. Esse sorreggono gli archivolti, anch'essi
ritorti, aventi come chiavi di volta teste di satiri. Tre ghimberghe sormontano
gli archi. Esse sono decorate da foglie rampanti e al centro recano dei busti,
aggiunti però solo nel XVII secolo.
Sulla sommità sono presenti delle statue, rappresentanti Angeli e una statua
della Vergine, alla quale il grande oculo sembra fare da aureola. I torrioni
laterali esterni sono tozzi e robusti, alleggeriti solo da slanciate finestre,
che si aprono negli incassi, e da edicole cuspidate con statue, doccioni e
coronamenti gotici.
Giovanni Pisano curò anche la decorazione scultorea, e
corredò la facciata di un sorprendente ciclo di statue gotiche. Quelle a figura
umana sono in totale quattordici, di cui otto in facciata, tre sul lato sinistro
della facciata e tre su quello destro. Queste hanno come soggetto Profeti,
Patriarchi, Filosofi pagani e Profetesse e rappresenta un unicum nella scultura
gotica italiana in quanto hanno un programma iconografico preciso dove tutte le
figure, volontariamente o involontariamente, annunciano la Venuta di Cristo.
In facciata troviamo, da sinistra a destra, il Filosofo Platone, il Profeta Abacuc, una Sibilla, Re David, Re Salomone, Mosè e Gesù di Sirach. Sul lato sinistro troviamo una figura non ben identificabile, il Profeta Isaia, e l'Indovino (e profeta involontario) Balaam. Sul lato destro
ci sono infine Simeone, la Profetessa Maria di Mosè e il Filosofo Aristotele.
Al di sotto di queste statue troviamo figure di animali,
mentre più in alto, tra la Madonna e gli Angeli e appoggiate sull'architrave,
ecco le rappresentazioni antropomorfe dei Quattro Evangelisti.
Tutte le statue sono copie di originali conservati al Museo dell'Opera del Duomo. Di Giovanni Pisano o della sua bottega sono anche le statue dei torrioni laterali, fino alla sommità.
La parte superiore della facciata è opera di Camaino di Crescentino (padre del
più famoso Tino di Camaino), che vi lavorò tra il 1299 circa e il 1317. Camaino
di Crescentino dette alla facciata l'odierno aspetto tricuspidale. Un bellissimo
oculo si apre al centro, incorniciato da nicchie gotiche contenenti i busti di
Apostoli e Profeti che rendono omaggio alla Madonna col Bambino, identificabile
nella nicchia centrale superiore (gli originali sono nel Museo dell'Opera del
Duomo).
Ai lati due pilastri incorniciano questa struttura e terminano in pinnacoli e quindi in sottilissime guglie, accentuando lo slancio verso l'alto dell'edificio. Lateralmente sono presenti due ordini di loggette, mentre il tutto è sormontato da tre cuspidi dorate.
I tre mosaici dorati, che raffigurano da sinistra a destra la Presentazione di Maria al Tempio, l'Incoronazione della Vergine e La Natività di Gesù, furono eseguiti a Venezia nel 1878, su disegno di Alessandro Franchi. L'oculo reca invece una vetrata di Pastorino dei Pastorini (metà del XVI secolo), raffigurante l'Ultima Cena e visibile dall'interno.
Nel complesso la facciata superiore è in stile gotico fiorito.
Intorno ai primi anni del Trecento, l'architetto senese Lorenzo Maitani iniziò i lavori per la facciata del Duomo di Orvieto, visibilmente influenzata dalla facciata superiore senese. Essendo però tale stile applicato a tutta la facciata, anziché alla sola parte superiore, la facciata della cattedrale orvietana risulta una versione perfezionata della facciata senese. Non è del tutto chiaro chi delle due fece da modello all'altra, ma avendo i lavori di Camaino di Crescentino anticipato di qualche anno quelli di Lorenzo Maitani ed avendo la città di Siena influenza maggiore rispetto a quella di Orvieto, è probabile che sia stata Siena a fare da modello ad Orvieto, piuttosto che viceversa. In ogni caso è evidente a Siena un difetto architettonico, con i pilastri ai lati del rosone che non coincidono con quelli ai lati del portale mediano, nella metà inferiore.
Il campanile è anch'esso in stile romanico, è in fasce di marmo bianco e verde e dotato di sei ordini di finestre, che da monofore (quelle più in basso) diventano esafore (quelle più in alto). Fu completato nel 1313 e raggiunge un'altezza di 77 metri.
L'interno ha un'aula divisa in tre navate da pilastri polistili, con un transetto diviso in due navate (quattro se si considerano anche le cappelle) e un profondo coro; misura 89,4 m in lunghezza, 24,37
m di larghezza alle navate e 54,48 alla crociera.
La crociera del transetto è costituita da un esagono sormontato dall'audace cupola a base dodecagonale (fra le più grandi all'epoca della costruzione). La pianta è divisa in numerose campate divise (quadrate nelle navate laterali e rettangolari in quella centrale, come le cattedrali gotiche francesi) dai pilastri e scandite da leggerissimi archi a tutto sesto. Le volte sono a crociera in tutte le navate, decorate da un azzurro stellato.
Il claristorio è molto alto, decorato da archi a sesto acuto e dotato di raffinate e traforate trifore (bifore nel transetto) che illuminano tutto l'interno. Due magnifici rosoni sono presenti in controfacciata e sul coro. All'esterno, quattro grandi contrafforti respingono la spinta verso il basso delle volte del coro.
Tutta la struttura interna è dominata dalla bicromia bianca e nera, riferimento
ai colori dello stemma di Siena, creando un ricercato effetto chiaroscurale.
La
navata centrale e il coro sono sormontati da una cornice aggettante sovrastante
una serie di 171 busti di papi, realizzati da artisti non identificati tra il
1497 e il 1502. La lista inizia con san Pietro, primo papa a destra del busto di Cristo al centro della parete di fondo del coro; prosegue in senso orario con la successione cronologica dei pontefici e termina con il 171º papa, ovvero Lucio III pontefice dal 1181 al 1185, visibile a sinistra del busto di Cristo.
La serie doveva in realtà concludersi con Alessandro III (1159-1181), papa senese che consacrò, secondo tradizione, il duomo nel 1179; tuttavia la necessità di togliere papa Giovanni VIII, che si confondeva con la leggendaria ed imbarazzante figura della papessa Giovanna, impose lo slittamento di tutti i papi successivi di un'unità e l'aggiunta di un nuovo pontefice. Sebbene i busti rappresentino opere mediocri, la serie è spettacolare per la sua lunghezza e completezza.
Al di sotto dei papi, negli sguanci degli archi, si trovano a intervalli regolari
trentasei busti di imperatori, scolpiti nel XVI secolo in due tempi, tra il 1503
e il 1506 (navata centrale e cupola) e tra il 1568 e il 1571 (coro) A differenza
dei papi, le didascalie sono qui mancanti, rendendo impossibile
l'identificazione degli imperatori. Il motivo che spinse l'opera del duomo ad
includere i busti di queste figure non ecclesiastiche in un edificio religioso è
tuttora oggetto di discussione, probabilmente un omaggio alla tradizione
ghibellina della città.
Di grande interesse sono i numerosi capitelli istoriati dislocati in tutta la chiesa al termine dei pilastri. Molti di quelli nella navata centrale sono ritenuti oggi opera di Nicola Pisano o della sua scuola (1263-1280 circa), sebbene altri sono di più incerta attribuzione e probabilmente opere più antiche o di artisti meno capaci. I capitelli del coro sono ritenuti invece in gran parte opera di Giovanni di Agostino (1340-1357 circa).
Sugli ultimi due pilastri si trovano addossate due antenne, secondo la tradizione, già sul carroccio senese alla battaglia di Montaperti nel 1260. Data la loro importante lunghezza, oltre i 16 metri, sembrano essere stati, più verosimilmente, i costituenti di un solo pennone di albero di una nave del XVI secolo. Forse addirittura di una imbarcazione ottomana o cristiana presente nella famosa Battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571.
Il Museo dell'Opera
Il Museo dell'Opera del Duomo di Siena si trova a fianco della cattedrale, ospitato in quella che sarebbe dovuta essere la navata destra del "Duomo Nuovo", secondo un progetto di ampliamento trecentesco mai portato a compimento.
La galleria raccoglie opere provenienti dalla cattedrale, tra le quali spiccano la gran parte della produzione artistica di Duccio di Buoninsegna, con il capolavoro assoluto della Maestà, che un tempo ornava l'altare maggiore del
Duomo, e la vetrata dedicata alla Vergine Assunta e che era posta in alto nell'abisde.
Facevano parte del corredo della cattedrale anche le sculture di Giovanni Pisano (tolte dalla facciata), di Donatello, di Jacopo della Quercia, di Giovanni Duprè ecc., oggi esposte al piano terra del museo.
Tra le opere pittoriche figurano lavori di Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Jacopo della Quercia, Francesco di Valdambrino, Sano di Pietro, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi e molti altri.
Attraverso due rampe di scale a chiocciola si arriva alla terrazza sul Facciatone, da cui si gode una
vista straordinaria sul Duomo e sulla città.
Altre sale sono dedicate alle sculture provenienti dai fianchi del Duomo. L'uscita avviene attraverso
il passaggio dalla chiesa di San Niccolò in Sasso sulla retrostante via del Poggio.
La visita prosegue con Santa Maria della scala, la Cripta e il Battistero