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Valencia
Fondata lungo la riva destra del fiume Turia dai Romani nel 138 a.C. con il nome di Valentia Edetanorum, sotto il console Decimo Giunio Bruto Callaico, sul luogo di un antico insediamento iberico. Nel 75 a.C. la città fu distrutta nel corso della guerra tra Pompeo e Sertorio, e il sito abbandonato per almeno cinquant'anni. A metà del I secolo d.C. la città rifiorì, con l'arrivo di nuovi abitanti dalle zone vicine, l'ampliamento urbano e la costruzione di grandi opere pubbliche.
Valencia iniziò un lungo periodo di decadenza con il declino dell'Impero romano nel III secolo. A quel periodo si può far risalire la prima comunità cristiana a Valencia, che ebbe in San Vincenzo martire, ucciso nel 304, la sua prima figura di riferimento. Fu proprio la chiesa, nei secoli successivi, a riempire il vuoto di potere lasciato dall'impero, amministrando la città e avviando un parziale recupero urbano con la costruzione di chiese cristiane sui ruderi di quelli pagani.
All'inizio del V secolo cominciarono le invasioni dei visigoti nella penisola iberica, che dominarono fino al 711, quando furono cacciati dagli arabi.
Nel 711 il regno dei visigoti venne schiacciato dall'invasione araba e berbera. Valencia, ovvero Balansiya (il nome arabo) progressivamente assorbì gli usi, la lingua, la cultura e la religione dei suoi nuovi abitanti. Anche l'assetto urbanistico cambiò: fu costruito il palazzo della Rusàfa, venne creata una prima cerniera di coltivazioni al di fuori della città e l'antica sede episcopale visigota fu convertita nella piazza della residenza del governatore, nominato dal califfo di Cordova nel periodo del califfato di Cordova.
Dopo un periodo in cui Valencia fu governata dai signori musulmani di Toledo, la città cadde sotto il controllo del re di Castiglia Alfonso VI nel 1085. La città in tutto questo periodo si ampliò e fu necessario costruire una nuova cinta muraria. Nel 1094 Rodrigo Díaz de Vivar, detto El Cid, conquistò Valencia, ma la città ritornò ancora una volta sotto il controllo musulmano quando, nel 1102, l'arrivo dei berberi Almoravidi dal Nordafrica mutò ancora gli equilibri istituzionali del regno.
Re Giacomo I di Aragona conquistò la città nel 1238 e la incorporò nell'appena costituito Regno di Valenzia, uno dei regni che formavano la Corona d'Aragona. Dopo cinque secoli finiva così la dominazione araba, e gli abitanti musulmani furono presto espulsi dalla città. Il Re promulgò nuove leggi per la città, note come els Furs, che in seguito vennero estese a tutto il regno.
Nel secolo XIV/XV il re diede alla città una nuova bandiera: quattro sottili bande rosse orizzontali su campo giallo con a sinistra un'ornata banda verticale azzurra.
Il secolo XIV fu abbastanza travagliato per Valenza. La peste nera del 1348 e le successive epidemie ne dimezzarono la popolazione. Venne costruita una nuova cinta muraria per difendersi dagli attacchi dei castigliani, che vennero respinti per due volte, nel 1363 e nel 1364.
A un periodo così negativo seguì uno straordinario rinascimento economico e
culturale, al punto che il XV secolo è chiamato "il secolo d'oro valenziano".
Grazie al suo porto sul Mediterraneo, Valenzia divenne uno dei principali centri
commerciali d'Europa. Furono i banchieri valenciani a prestare denaro a Isabella
I di Castiglia per il viaggio di Cristoforo Colombo del 1492. La Lonja de la
Seda (la Borsa della Seta), edificio gotico destinato alle contrattazioni
mercantili, venne costruita alla fine del secolo; il monumento, simbolo del
potere e del prestigio di Valencia in quell'epoca, è stato inserito dall'UNESCO
nella lista dei Patrimoni dell'umanità. Lo sviluppo economico favorì le arti e
la cultura. A Valencia si trovava la prima pressa da stampa della penisola
iberica.
Ironia della sorte, la spedizione di Colombo finanziata dai capitali valenciani determinò la fine del periodo d'oro della città. Con la scoperta dell'America l'asse del commercio mondiale si spostò dal Mediterraneo all'Oceano Atlantico. Valencia rimase fuori dalle principali rotte internazionali, e l'attività mercantile si contrasse notevolmente.
Durante la guerra di successione spagnola, Valencia si schierò con Carlo d'Austria. Dopo la vittoria dei Borboni nella battaglia di Almansa il 25 aprile 1707, la città ed il regno persero i privilegi (els Furs) concessi quattro secoli prima da Giacomo I d'Aragona e dovette accettare le leggi e gli usi della Castiglia.
Nel XVIII secolo ci fu una ripresa economica legata alle attività manifatturiere, in particolare l'industria tessile della seta. Il porto rimaneva però in disuso, al punto che le sete prodotte a Valencia venivano trasportate via terra fino a Cadice, dove poi venivano imbarcate ed esportate nel resto del mondo.
Dopo lo sconvolgimento della Rivoluzione Francese, e l'insurrezione popolare di Madrid del 2 maggio 1808, anche i valenciani preserono le armi e si sollevarono il 23 maggio 1808. Resistettero per due volte agli assalti delle truppe di Napoleone, ma al terzo attacco, il 9 gennaio 1812, i francesi riuscirono ad entrare in città. Se ne andarono un anno dopo.
Il re Ferdinando VII rientrò in Spagna nel 1814 proprio da Valencia, e ripristinò la monarchia assoluta. Seguì un periodo di forti conflitti tra opposte fazioni in tutta la Spagna. A Valencia il rappresentante del re venne incarcerato e giustiziato nel 1820 all'inizio del cosiddetto "triennio liberale", a cui seguì dal 1823 al 1833 un decennio di restaurazione e repressione.
La morte di Fernando VIII nel 1833 pose fine alla monarchia assoluta. Si aprì così un'epoca di grandi cambiamenti per tutta la Spagna, quindi anche a Valencia, con la riforma delle cariche pubbliche e dell'amministrazione statale e locale. Grazie anche all'economia fiorente, la popolazione raddoppiò e la città si espanse, incorporando i paesi della periferia. Vennero realizzate importanti infrastrutture, tra cui la rete dell'acqua potabile nel 1850 e della corrente elettrica nel 1882.
Nel 1865 vennero abbattute le antiche mura cittadine, e cominciò l'urbanizzazione delle zone a ovest e a sud del centro storico.
Nel novembre 1936, dopo la caduta di Madrid nella guerra civile spagnola, la capitale della Repubblica venne spostata a Valencia. La città soffrì per oltre due anni il blocco e l'assedio delle forze di Francisco Franco, che entrarono in città il 30 marzo 1939. Il periodo postbellico fu duro per i valenciani, a cui il regime tolse anche la libertà linguistica: parlare o insegnare il catalano era proibito, usare tale lingua era un reato.
Il 14 ottobre 1957 il fiume Turia straripò, uccidendo molti valenciani in quella che viene considerata la peggiore alluvione della storia della città. In seguito il fiume venne deviato lungo un corso alternativo, lontano dalla città; il vecchio letto asciutto venne convertito in un parco, il Jardin del Turia, che attraversa la città e ne è una delle principali attrattive.
Dopo la morte di Franco nel 1975 e l'approvazione della Costituzione spagnola nel 1978, venne riconosciuta alla Comunità Valenciana, di cui Valencia è capoluogo, lo statuto di autonomia.
Ciudad De Las Artes Y Las Ciencias
Tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI secolo a Valencia sono stati realizzati numerosi progetti architettonici e urbanistici, che hanno trasformato ulteriormente la città. Il più imponente è la Città delle Arti e delle Scienze
come dimostrano le fotografie, un nuovo quartiere a sud est del centro progettato dall'architetto valenziano Santiago Calatrava.