Test kit e-bike Alcedo
Nonostante l'impazienza di provare la montainbike modificata con il kit di elettrificazione, ho dovuto rimandare più volte per nevicate e pioggia. Ho frazionato così la prova su più giornate.
Prima prova
Partendo dal Santuario di S. Maria delle Grazie (360 m. di alt.), prendo la
strada verso Montorio. La strada è in lieve salita e basta selezionare la
potenza al valore "I" per ricevere un discreto aiuto di spinta. Sto seguendo il
percorso di trekking illustrato
in questa pagina. Il motore è nuovissimo ed è
meglio fare qualche chilometro prima di metterlo sotto sforzo. La meta è l'ex
convento di S. Nicola arroccato su uno sperone di roccia sopra a Scandriglia,
dislivello:400 m. in circa 5 km, di cui i primi 4
sono una lieve salita fino a Scandriglia.
Dal centro abitato inizia la salita ripida su sterrato ciottoloso. Da qui in poi
salgo a rapporti ridotti e livello di potenza "II". Solo nell'ultima rampa, un
po' per la fatica che si incomincia a sentire, inserisco dopo
un tornante la "III".
Il motore non ha avuto cedimenti neanche nei tratti più ripidi, a condizione è
ovvio di continuare a pedalare altrimenti il PAS interrompe l'erogazione di
energia al motore.
Con questo kit che, ricordiamo, è la versione per mountainbike, pare proprio che
l'unico limite è l'abilità nel rimanere in equilibrio in tratti sterrati così
difficili, infatti per un mio errore nell'evitare pietre e ciottoli, la ruota posteriore slitta facendo perdere velocità alla bici e sono costretto a fermarmi.
Tirando i freni per non procedere all'indietro, le ruote tendono a slittare
indietro per la pendenza.
Ripartire in queste condizioni è quasi impossibile, quindi spingo la bici per
qualche metro fino ad arrivare in un punto ove il terreno è senza ciottoli e
meno pendente, per poi ripartire.
Arrivo all'ex convento di S. Nicola, il GPS segna 741 m. di altitudine. Purtroppo
l'ex convento è in uno stato di completo abbandono, con porte sfondate e
pavimenti pericolanti, molto peggio dell'ultima mia visita, quando era abitato
da un privato. Peccato che le amministrazioni locali e l'ente parco non si siano
adoperati ad un tentativo di recupero e restauro almeno delle parti ancora non
crollate (quanta occupazione si potrebbe incrementare semplicemente
recuperando il patrimonio storico esistente, senza cementificare altro
territorio!).
La discesa è rapida e non presenta problemi. Conviene affrontarla posizionando
l'interruttore su "off" si risparmia elettricità e si evita di avviare
inavvertitamente il motore se pedaliamo.
Arrivato al punto di partenza, mi accorgo che si è rotto l'elastico aggiuntivo di
sostegno alla batteria. E' solo una sicurezza in più, in quanto la custodia
della batteria rimane da sola con le proprie cinghie attaccatta al sellino. In
effetti quando ho agganciato questo elastico ho avuto qualche difficoltà, ci
voleva un paio di centimetri più lungo, risultava troppo tirato. E'
un inconveniente di poco conto, io ho rimediato imbullonando una catenella
all'estremità metallica che ha ceduto, aggiungendo qualche anello per allungarlo
un po', vedere foto a sinistra.
Il display sulla bici, al ritorno, segnalava un livello di carica con una tacca
in meno. Messa la batteria sotto carica, dopo due ore si è accesa la spia verde:
il segnale che la ricarica è stata completata. Si può quindi rimontare la
batteria.
Seconda prova
Il tracciato della seconda prova è identico nella parte iniziale, ma una volta entrato nel territorio del parco, ho abbandonato la strada asfaltata al bivio della terza foto in alto a destra e imboccato un breve tratto ripido di sterrato ciottoloso. Questa strada sale più a ridosso della montagna, evita l'abitato di Scandriglia e accorcia il tragitto che porta alla parte di salita più ripida.
Si ricongiunge per un breve tratto alla strada percorsa nella prima prova, ma al
bivio posto sotto la montagna, invece di imboccare a sinistra passando accanto
all'antenna di telefonia, salita per il convento S. Nicola, si prosegue
sulla strada a destra.
Questa strada anch'essa sterrata e abbastanza ciottolosa, ha la caratteristica di
salire sul fianco destro della montagna compiendo una lunga salita ed un solo
tornante. La strada sale fino a valicare la cresta raggiungendo una quota
prossima agli 800 m. e quindi superiore alla quota raggiunta nella prima prova.
Nella lunga salita, fatta selezionando la "II" di potenza e rapportazione cambio
molto corta, non si sono registrati cedimenti del motore, ed avendo cura di
evitare i tratti più sdrucciolevoli, non presenta grosse difficoltà. Salendo in
prossimità della cresta, però, la neve scesa negli ultimi giorni e la presenza di
ghiaccio mi hanno creato difficoltà per pattinamento della ruota posteriore.
Fermatomi ad ammirare il paesaggio e scattare qualche foto (vedere a destra) si
può riconoscere il castello di Nerola visto dall'alto e in fondo in mezzo alla
pianura il Monte Soratte, invece più a destra con la sommità leggermente
imbiancata: Monte Elci.
Superato l'unico tornante, la salita continua ad essere abbastanza ripida e la
presenza della neve si fa costante. Debbo usare molta prudenza per superare dei
tratti ghiacciati in prossimità della cresta. Qui le ruote dei trattori (unici
mezzi a motore che transitano) hanno creato neve compattata e successivamente
ghiacciata.
Superata la cresta, la strada ridiscende un po' nel sottobosco, fino a
raggiungere un altipiano in leggera pendenza, qui nella prateria mi diverto a
tracciare traiettorie fantasiose e a scattare le ultime foto poco sotto la cima
di Monte Serrapopolo 1180 m.
Non è più possibile andare avanti, la neve e le pendenze non mi consentono di
proseguire. Quindi tornando indietro scavalco la cresta ed inizia una
lunghissima e ripida discesa.
Tempo impiegato comprese le soste: due ore per salire e mezzora per la discesa.
Consumo batteria 1 tacca. Dislivello 450 m.
Terza prova
Test di durata batteria: traversata del Desert des Agriates
Conclusioni
Questo kit è particolarmente indicato per chi, per superare salite particolarmente ripide, ha bisogno di una trazione ibrida: muscolare + elettrica. In commercio esistono già delle bici a pedalata assistita che coprono le esigenze di base, ma sono prevalentemente indicate per uso cittadino oppure sono offerte ad un prezzo decisamente alto. Nel mio caso invece ho voluto realizzare una mountainbike per superare pendenze simili a quelle realizzate in questo test. Questo kit si è dimostrato all'altezza delle prove, e partendo da una mountainbike già in possesso consente di autocostruirsi un mezzo di alte prestazioni a prezzi contenuti. Per chi avesse esigenze particolari,
Alcedo è in grado di realizzare mountaibike
elettrizzate per uso competitivo o veicoli per diversamente abili.