Arcipelago

Arcipelago Toscano: Isola d'Elba

Diario di bordo veicolo: Rimor Sailer 681

 

L’itinerario: Il giro dell'isola in senso orario, dal 22 al 29 marzo 2005. Con escursioni in mountain-bike, a piedi e con l'imbarcazione "Nautilus".

Martedì 22.

Partenza ore 20 da S. Maria delle Grazie (Ri). Sosta  per la notte in un autogrill nell'autostrada Roma - Civitavecchia.

Piombino, Portoferraio, Bagnaia      Mercoledì 23.

Ripartiamo la mattina e arriviamo alle 11 al porto di Piombino.

Al porto ci fermiamo allo sportello della Toremar, la compagnia di traghetti più conveniente (tariffa unica per qualsiasi lunghezza di camper). Qui ci informano che c'è posto sul traghetto che parte dopo 40 minuti. Facciamo il biglietto e prenotiamo per il ritorno.

Dopo circa un'ora siamo a Piombino. Acquistiamo una cartina dettagliata dell'isola della Kompass 1:30.000 completa anche di strade da percorrere in mountain-bike e sentieri.

Ci dirigiamo verso Bagnaia. Da Portoferraio andiamo in direzione di Porto Azzurro per 4 km, dove troviamo la deviazione Bagnaia, ancora 3,5 km e siamo arrivati. Prima di arrivarci negli ultimi 3 chilometri ci sono diverse piazzole di sosta che si affacciano sul mare, alcune di queste hanno anche la possibilità di scendere in stupende spiaggette. Ci fermiamo nell'ultima prima di entrare nel paesino, ove è sconsigliato entrarci in camper.

Da qui con delle comode scale è possibile scendere nella spiaggia sottostante costituita da sabbia e ghiaia. Quel giorno alcuni giovani tedeschi (unici turisti presenti) si apprestavano ad iniziare una lezione di vela.

Ci godiamo il sole gustandoci lo spettacolo offerto dalla baia.

Un'oretta dopo, decidiamo di risalire per tirare fuori le bici, vogliamo esplorare l'itinerario in mountain-bike che partendo da Bagnaia risale lungo la costa verso Colle Lavacchi (143 mt), proseguendo si può scendere alla spiaggia di Nisporto. La voglia di andare in bici è tanta, inoltre per la prima volta ci siamo portati una bici elettrica a pedalata assistita, da poco acquistata, che siamo curiosi di provare su questi percorsi. Ma appena scarichiamo la prima bicicletta (quella di Elisa) c'è una sorpresa:  ha la ruota posteriore completamente sgonfia, avendole gonfiate tutte prima della partenza siamo sicuri che è bucata.

Non ci resta che tornare a Portoferraio per trovare un ciclista. Arrivati alla zona industriale ci fermiamo per chiedere informazioni. Troviamo un gommista e proviamo a chiedere lì. Ovviamente ci risponde che non è il suo lavoro riparare gomme di bici, ma gentilmente si offre di dargli un'occhiata appena avrà finito di montare le gomme su un'auto di un cliente. Aspettiamo, finito il lavoro precedente, smonta la ruota della piccola bici, trova subito la perdita: è la valvola, la sostituisce e rimonta tutto. Chiediamo quanto dobbiamo dargli ma, pur insistendo, non vuole nulla, ringraziamo e torniamo a Bagnaia.

Qui iniziamo un interessante itinerario in mountain bike.

Risaliti sul camper lo spostiamo sulla stessa strada alla ricerca di una piazzola in piano. Ne troviamo una fornita anche di panchine, è parzialmente occupata da un piccolo camper di tedeschi a tetto rialzabile. Ci fermiamo appena dopo di loro. Dalla nostra finestra sono visibili le luci di Portoferraio che riflettono sulla rada. Ceniamo e ci prepariamo per la notte.

Da Bagnaia a Cavo       Giovedì 24

La notte è trascorsa tranquilla. In alternativa alle piazzole in questa zona ci sono diversi campeggi, uno di questi ci era stato consigliato da una nostra amica camperista, si tratta del Camping Rosselba Le Palme  con all'interno il Giardino botanico dell'Ottone, dove piante ed alberi tropicali si alternano in una straordinaria varietà di forme e dove spicca l'unico esemplare europeo di Palma Azzurra. Nel periodo in cui siamo passati non era però ancora aperto.

Al mattino partiamo per Porto Azzurro. In realtà la nostra meta è Rio Marina per poterci recare poi a Cavo, ma la strada che lo collega direttamente mostra al suo imbocco il cartello "divieto di transito ai veicoli superiori alla larghezza di 2 mt"! Il nostro camper è largo 2,20 mt; impossibile transitarci. Bisogna fare un giro più lungo passando per Porto Azzurro. Alle ore 11 arriviamo a Porto Azzurro. Alla fine dell'abitato in direzione Rio Marina (poco prima c'e l'area di sosta camper Parc. 4 vedere aree di sosta) c'e una piccola miniera con il museo minerario. Ci fermiamo lì per visitarla.
Un trenino elettrico accompagna i visitatori all'interno di una galleria della lunghezza totale di 200 mt. Lungo il tragitto il trenino si ferma in diversi luoghi ove sono poste le macchine utilizzate al tempo dello sfruttamento delle miniere dell'isola. Una voce registrata illustra stazione per stazione le tecniche di estrazione dei minerali. Dopo la miniera è possibile visitare il museo di tutti i tipi di minerali presenti nell'isola.

Finita la visita ci incamminiamo verso Cavo. Sono ormai le ore 13, lungo la strada ci fermiamo in una piazzola di sosta per mangiare. Sul posto sono presenti delle panchine, il luogo è panoramico a strapiombo sul mare.

Questo tratto di costa fino a Cavo è stato in passato molto sfruttato per l'estrazione dei minerali, sono visibili in più punti tracce di impianti industriali di trasporto dei minerali al mare per poterli imbarcare direttamente sulle navi. Le poche spiagge accessibili sono o in ghiaia o sabbia molto scura ricca di granelli che brillano al sole riflettendone la luce. Il colore dell'acqua lascia molto a desiderare, non sono di certo le più belle spiagge dell'isola.

Arrivati a Cavo, parcheggiamo e iniziamo subito una escursione a piedi (facile, durata 3 ore senza soste), che partendo dal paese, fa il giro di Capo Vita (la parte più a nord dell'isola) e si inerpica per colle Castelli fino a ridiscendere direttamente nell'abitato del paese.  Vedere: Itinerario Cavo

Finita l'escursione ormai è sera e ci intratteniamo nel tratto di spiaggia del paese. Con Elisa ci divertiamo a cercare sassi particolari, la spiaggia è di per sé un museo di minerali. Molti di essi ci ricordano quelli visti al museo di Rio Marina. Ceniamo in uno dei ristorati lungomare.

Da Cavo a Capoliveri      Venerdì 25

La notte passata in un parcheggio di Cavo trascorre tranquilla. Al mattino ripartiamo in direzione di Rio Marina. Lungo la strada ci vogliamo fermare in una spiaggia. Imbocchiamo una stradina sterrata che indica spiaggia Topinetti, poco dopo si arriva ad un bivio, fermiamo qui il camper per valutare la direzione da prendere. Girando a sinistra si scende con una ripida e sconnessa discesa direttamente in un piazzale prospiciente una spiaggia sabbiosa ben tenuta. Girando a destra la strada scende più dolcemente ed è molto più lunga, bisogna percorrerla fino in fondo per fermarsi in un piccolo piazzale prospiciente una spiaggia ciottolosa, mal tenuta e sporca.

Verso le ore 13 siamo di nuovo a Porto Azzurro. Vogliamo scaricare i serbatoi nell'area camper denominata come parcheggio n° 4. In bacheca c'è un avviso: il carico e lo scarico può essere fatto dalle 8 alle 11 o dalle 16,30 alle 17. Il carico dell'acqua costa 5 €, non è segnato alcun prezzo per lo scarico. Pranziamo e facciamo spesa al supermercato. Poi stufi di aspettare l'addetto al parcheggio ci limitiamo al solo scarico delle acque senza rabboccare i serbatoi. Partiamo per Capoliveri.

Alle 15,30 arriviamo a Capoliveri. Le uniche possibilità di parcheggio sono nella zona stadio-cimitero. Dietro il cimitero c'è un ampio piazzale sterrato che però è in lieve pendenza. Meglio parcheggiare di fronte al campo sportivo perfettamente in piano, è il parcheggio posto oltre l'ingresso del cimitero.

Tiriamo fuori le biciclette e risaliamo verso il paese posto più in alto. Piacevole è il centro storico soprattutto l'area pedonale. Il nostro programma è di percorrere la strada sterrata che percorre il fianco di monte Calamita fino ad arrivare alle miniere. Vedere: Itinerario Capoliveri-Miniere-Capoliveri

Cena e notte tranquilla nel parcheggio campo sportivo di Capoliveri.

Capoliveri e Marina di Campo       Sabato 26

Al mattino il tempo è piovoso e partiamo in direzione di Lacona. Arrivati sul posto constatiamo che è quasi impossibile parcheggiare il camper (barre anticamper) quindi proseguiamo verso Marina di Campo.

Poco prima in località Foce ci sono diversi campeggi, scendiamo sulla stradina per ammirare la lunghissima spiaggia bianchissima che arriva fino a Marina di Campo. Il tempo piovoso ci scoraggia a rimanere e così riprendiamo la strada per il paese. Arrivati ad una rotonda in direzione La Pila è indicata un'area di sosta camper. Noi invece ci dirigiamo a Marina di Campo. Arrivati nell'abitato ci avviamo verso il parcheggio bus, un gruppo di camperisti ci viene incontro consigliandoci di non parcheggiare lì: i vigili urbani li avevano avvertiti che se fossero rimasti lì sarebbero stati multati e che quindi stavano per andarsene. Usciamo quindi dal parcheggio e cominciamo i nostri giri tra le vie del paese. Dopo alcuni giri constatiamo che tutti i parcheggi sono interdetti ai camper, persino il parcheggio clienti del supermercato ha le sbarre all'ingresso! Evidentemente ha troppi clienti. All'improvviso una coppia di camperisti ci ferma e ci indica l'unico parcheggio in cui è possibile sostare. E' seminascosto, occorre riprendere "Via per Portoferraio". Arrivati all'altezza di un piccolo cimitero con un monumento ai caduti, accanto c'è un piccolo piazzale: al suo ingresso un posto adibito al noleggio bici e moto. Entriamo e parcheggiamo accanto al camper di chi ci ha fornito l'indicazione. All'ingresso dello slargo è posto un cartello di divieto di sosta solo per auto, quindi per tutti gli altri veicoli la sosta è consentita. Il parcheggio è asfaltato e illuminato.

Pranziamo e nel pomeriggio ci facciamo un giro in bicicletta nell'abitato.

Trascorriamo lì la notte.

Marina di Campo, Marciana    Domenica 27.

E' la Santa Pasqua. La giornata è nuvolosa e la trascorriamo andando in chiesa e girando in bicicletta.

Nel pomeriggio piove a dirotto e riprendiamo il viaggio. Vogliamo scaricare i serbatoi e ci dirigiamo nell'area di sosta camper. Ritorniamo verso La Foce, alla rotonda prendiamo per La Pila. Arrivati al campo sportivo bisogna scendere lungo una strada. Arriviamo in un parcheggio dello stadio in terra battuta. E' tutto un pantano, pieno di pozzanghere. Surreale è la scena nel vedere i camper che sostano isolati nell'acqua con il cavo di alimentazione elettrico immerso nelle pozzanghere e collegato alle prese di alimentazione. Una situazione di  estremo pericolo. Decidiamo di provvedere al carico e scarico acque ed andare via subito.

Riprendiamo il giro dell'isola in senso orario. Siamo nel tratto di costa più bello dell'isola. Peccato che in tutta la costa che va dalla parte sud partendo da Lacona, fin tutta la costa ovest è impossibile scendere in spiaggia con il camper. Uniche possibilità di sosta sono le piazzole di sosta poste lungo la strada che passa alta sulla costa.

Arriviamo a Marciana. Il paese è arroccato a 375 mt. s.l.m. L'unica possibilità di sosta è poco dopo il paese sulla strada per Poggio c'è uno slargo sulla sinistra (max 2 camper), praticamente in piano, la zona è avvolta dalla nebbia e sta per fare buio. Decidiamo di passare lì la notte che trascorre tranquilla.

Madonna del Monte e Marciana Marina    Lunedì 28

Al mattino, c'è finalmente un bel sole. Ci rechiamo a piedi a Marciana. Il paese è molto bello tutto arroccato in un sali e scendi di viuzze, è il più caratteristico dell'isola. E' sicuramente da visitare. Da vedere un piccolo museo ricco di reperti archeologici in gran parte recuperati da una nave romana che trasportava anfore.

Il museo è ben tenuto da una signora di origini anglosassoni trapiantata a Marciana da molti anni. Spesso le persone che vengono da lontano riescono a capire l'importanza del patrimonio storico-culturale meglio delle persone originarie del posto (sigh!). Così se ne innamorano e dedicano l'intera vita a preservarlo.

Più tardi torniamo al camper per tirare fuori le biciclette ed iniziare la salita: itinerario da Marciana a Madonna del Monte

Finita l'escursione torniamo al camper e ci avviamo per Marciana Marina.

Arrivati a Marciana Marina parcheggiamo lungo una via prima del lungomare. Il lungomare è pieno di botteghe, bar e ristoranti. Arrivati in fondo verso la banchina del porto incontriamo di nuovo la coppia di camperisti incontrata a Marina di Campo Sergio e Rosanna di Torino. La solidarietà della categoria si manifesta in ogni circostanza. E' piacevole incontrare persone provenienti da diversi parti d'Italia e trovarsi a raccontare delle proprie esperienze come se si trattasse di vecchi amici.

Anche in questo caso ci consigliano di spostare il mezzo vicino al loro sulla banchina del porto. Per farlo bisogna percorre tutto il lungomare in gran parte a senso unico, e poi attendere che si liberi un posto. Il gioco vale la candela, passiamo gli ultimi due giorni piacevolmente in compagnia oltre che con loro anche con Enrico e Mariapia di Roma l'equipaggio del secondo camper che si trovava già lì.

Il Nautilus      Martedì 29.

E' l'ultimo giorno, per fortuna il tempo si è rimesso un po', c'è un bel sole. Al mattino facciamo spesa nel mercatino ambulante che viene allestito in una via parallela del lungomare.

Elisa non vede l'ora di fare l'escursione sul "Nautilus" che a differenza del leggendario sommergibile immaginato da Giulio Verne non è una imbarcazione subacquea ma un catamarano con in fondo ai pattini delle ampie vetrate che consentono la visione sottomarina. Il costo del biglietto è un po' caro 15 € adulti 8 € fino a 12 anni. Nella giornata precedente mentre attraccava in porto un marinaio dell'imbarcazione ci aveva detto che era possibile avvistare i delfini. Un po' scettici, la prendiamo come un'uscita per indurci ad andarci. Tuttavia nel pomeriggio siamo lì tutti e tre (abbiamo fatto bene perché le sorprese non sono mancate) più gli altri due equipaggi dei camper vicini.

Vedere escursione con il: Nautilus

Al ritorno, pienamente soddisfatti, torniamo sul camper e ci dirigiamo verso Portoferraio.

Alle 21 prendiamo il traghetto per il ritorno.